mercoledì 21 febbraio 2018

Vennero senza fretta sotto la pioggia sferzante...

"Vennero senza fretta sotto la pioggia sferzante. Da dietro l’angolo che conduceva al portale, per spargersi nel quadrilatero irregolare della corte. La maggior parte procedeva eretta, molti zoppicavano, altri ciondolavano curvi per il lastricato nero squarciato dai rovi. C’era chi si appoggiava a una stampella di fortuna, chi si trascinava sui monconi di una o tutt’e due le gambe. Storpi e infermi, il fisico mortificato dagli stenti e, per la gran parte di loro, pervertito dal morbo. Sotto lo scudiscio del temporale, corpi scavati e macilenti, sguardi allagati dalla pazzia.

Invasero la corte di Château Montreuil alla stregua di un gregge orfano di pastore: impacciati, smarriti. In mezzo a loro, fra i dementi e gli appestati, vagavano anche alcuni morti resuscitati. I vivi li ignoravano, finché uno degli zombi non decideva di ghermirne qualcuno per affondargli i denti addosso. Allora si scatenava un piccolo parapiglia che di solito si concludeva col non-morto che portava a terra la vittima per ucciderla e pasteggiare nell’indifferenza generale. Facevano eccezione alcuni di essi che si accucciavano a disputarsi la carcassa con lo zombi assassino in un’agghiacciante crapula fra disperati. Cannibali per necessità, privi di senno come conseguenza, oppure viceversa. Fra loro c’era chi ostentava macabri ornamenti fra gli stracci: uno indossava una rozza collana di denti, un altro un orecchio per ciondolo, un terzo teneva un cranio muffito appeso alla vita. I più pazzi tra i pazzi, scorti solo di sfuggita nella nebbia quando la compagnia aveva attraversato il borgo senza nome.

I vivi e i morti furono fatti entrare a reclamare la carità del conte, nel giorno in cui Sua Grazia apriva la dispensa per spartire le sue vivande. L’evento era stato annunciato. Era stato tuttavia sottaciuto che le scorte del castello erano esaurite. Il conte aveva mantenuto ugualmente la promessa: le porte erano state spalancate e gli invitati accolti fra le mura a banchettare a proprio piacimento con il cibo, quale esso fosse, ivi contenuto.

Il gregge prese lentamente possesso del cortile. Altrettanto lentamente, lo smarrimento scivolò via dai loro sguardi squilibrati, sostituito da un bagliore vorace."

                                                   (da La Stagione delle Ceneri - Trilogia dell'Estraneo (vol.2))


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