"Vennero senza fretta sotto la pioggia sferzante. Da dietro l’angolo che conduceva al
portale, per spargersi nel quadrilatero irregolare della corte. La maggior
parte procedeva eretta, molti zoppicavano, altri ciondolavano curvi per il
lastricato nero squarciato dai rovi. C’era chi si appoggiava a una stampella di
fortuna, chi si trascinava sui monconi di una o tutt’e due le gambe. Storpi e
infermi, il fisico mortificato dagli stenti e, per la gran parte di loro, pervertito
dal morbo. Sotto lo scudiscio del temporale, corpi scavati e macilenti, sguardi
allagati dalla pazzia.
Invasero la corte di Château Montreuil alla
stregua di un gregge orfano di pastore: impacciati, smarriti. In mezzo a loro,
fra i dementi e gli appestati, vagavano anche alcuni morti resuscitati. I vivi
li ignoravano, finché uno degli zombi non decideva di ghermirne qualcuno per
affondargli i denti addosso. Allora si scatenava un piccolo parapiglia che di
solito si concludeva col non-morto che portava a terra la vittima per ucciderla
e pasteggiare nell’indifferenza generale. Facevano eccezione alcuni di essi che
si accucciavano a disputarsi la carcassa con lo zombi assassino in
un’agghiacciante crapula fra disperati. Cannibali per necessità, privi di senno
come conseguenza, oppure viceversa. Fra loro c’era chi ostentava macabri
ornamenti fra gli stracci: uno indossava una rozza collana di denti, un altro
un orecchio per ciondolo, un terzo teneva un cranio muffito appeso alla vita. I
più pazzi tra i pazzi, scorti solo di sfuggita nella nebbia quando la compagnia
aveva attraversato il borgo senza nome.
I vivi e i morti furono fatti entrare a
reclamare la carità del conte, nel giorno in cui Sua Grazia apriva la dispensa
per spartire le sue vivande. L’evento era stato annunciato. Era stato tuttavia
sottaciuto che le scorte del castello erano esaurite. Il conte aveva mantenuto
ugualmente la promessa: le porte erano state spalancate e gli invitati accolti
fra le mura a banchettare a proprio piacimento con il cibo, quale esso fosse,
ivi contenuto.
Il gregge prese lentamente possesso del
cortile. Altrettanto lentamente, lo smarrimento scivolò via dai loro sguardi
squilibrati, sostituito da un bagliore vorace."
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