domenica 28 ottobre 2018

Non è durato molto, ma hanno visto abbastanza...

"A Mutio sovviene subito Aboriskô.

Il villaggio fantasma immerso nella foschia, così come si era mostrato una volta che l’illusione era caduta. Nebbia, ruderi e dannati. Stringe la mano di Mikael fino a fargli male; suo figlio non caccia un lamento, forse non c’è spazio nella sua gola contratta. Segue l'Estraneo con gli altri, gettando occhiate nervose a tutto quanto li circonda. Coglie lo spettro degli abitanti di Alavar, ben più numerosi dei pochi rimasti nella dimensione originale. In alcune zone la nebbia si condensa talmente da renderli spettri loro stessi, chiazze vaghe fra vicoli. In altre quasi si dissipa, abbassando il velo sulle fattezze grottesche del borgo. Mutio osserva le figure contorte che si trascinano fra le case, ascolta le loro voci che viaggiano nella bruma, mischiate a strida di cui preferisce non immaginare l’origine. Intorno a loro, architetture ritorte incombono. Archi deformi e scalinate insensate s’alternano a passaggi vertiginosi che conducono nel vuoto. Rostri di metallo rugginoso trafiggono pareti imbrattate d’umidità fluorescente, grondaie cadenti stillano fluidi putridi.

Nessuno si avvicina al punto di sbarrargli la strada, mercante, accattone o puttana che sia. Forse non ne hanno neppure il tempo dal momento che, malgrado nella sua mente tutto sembri durare un secolo, Mutio si ritrova presto a fissare l’acciottolato sconnesso della via principale di Alavar. La vera Alavar, se la verità ha ancora un senso. Libera dall’ombra, invasa di miseria.

– Cosa? – chiede qualcuno alle spalle di Mutio. Forse Axel, non ricorda.

– Mondo e Inframondo, sovrapposti nel Limbo. – risponde l'Estraneo. – Infettati dall’Entropia.

Raggiungono il porto, frastornati. È questo il motivo per cui hanno fatto tappa ad Alavar. Sperano di trovare un’imbarcazione adatta a trasportarli lungo il fiume. Cercano per i moli e per la darsena. Infine la trovano. Sono tutti ansiosi di mollare gli ormeggi e lasciare il borgo.

Ad Alavar non è durato molto, ma hanno visto abbastanza."



giovedì 11 ottobre 2018

10 passi verso l'Eclissi...

...da percorrere insieme a chi ha la curiosità di sapere cosa si nasconde sotto il sentiero.
  1. La prima stesura de "L'Eclissi dei Tempi" risale al periodo settembre 2008 - luglio 2009, ovvero è trascorso un decennio da quando ho raccontato (innanzitutto al sottoscritto) per la prima volta la sua storia;
  2. Il romanzo porta a conclusione la 'Trilogia dell'Estraneo', fornendo risposte a tutte quante le domande ancora irrisolte, chiudendo il cerchio di una trama che, come più volte ribadito, affonda le radici nella precedente 'Trilogia di Lothar Basler';
  3. In linea con i predecessori, il volume è diviso in due parti ('Il Giglio Tradito' e 'Là Dove la Luce Infine Si Spegne'), anticipate da una prefazione ('I Vivi e i Morti') e - caso questo in comune soltanto con "Figli di Tenebra" - seguite  da una posfazione ('Come Spiriti al Tramonto');
  4. Le vicende qui raccontate condividono nella prima parte la natura 'on-the-road' de "La Stagione delle Ceneri", trasferendosi in seguito in un contesto prettamente cittadino (benché non sempre... convenzionale);
  5. Il carattere gotico che permea l'intera saga cederà sempre più alla sua vocazione orrorifica, alternando gli scenari cupi di un mondo oscurato dal Crepuscolo a quelli surreali del medesimo mondo sprofondato nella dimensione degenere del Limbo;
  6. Battaglie sempre più cruente faranno da sfondo al viaggio dell'Estraneo e dei suoi Sacrificati. Il bastione armato innalzato dai Principati ai confini della penisola di Altea tremerà sotto l'attacco di legioni pervertite dal Crepuscolo;
  7. Tenebra fitta e luce per contrasto vivida, seppur assediata dalle ombre dell'Eclissi imminente;
  8. Tra di esse sussiste l'Estraneo, abbracciato e al tempo stesso ripudiato da entrambe. Sarà negli occhi d'argento della bambina dei suoi sogni che scoprirà la terribile verità sul suo ruolo di profeta di sciagura; 
  9. La memoria costituirà il tema portante della storia, assumendo un ruolo cardine alle soglie dell'Eclissi;
  10. E infine un Luogo primevo. come un altare, al cui cospetto nessun sacrificio potrà essere rifiutato.
Il resto è la strada che conduce al confine dell'ultimo tramonto, là dove la luce infine si spegne.