mercoledì 8 marzo 2017

Meet the Characters - Rollo

Riprendo dopo qualche settimana la carrellata di presentazione dei nuovi personaggi protagonisti de "Il Richiamo del Crepuscolo", accompagnata da qualche disegno ritrovato nei cassetti.
Siore e siori, ecco a voi il nano Holfgar Bjork'lund. Sapiente, artigiano e tecnologo.
Meglio noto come Rollo.
.....

Le dita di Rollo, tozze e callose quanto quelle di qualsiasi artigiano nano, strofinavano con incredibile levità il panno sul calcio di legno e sulla canna plumbea della pistola. Ne aveva smontato i componenti con cura amorevole, l’aveva puliti e lubrificati. Adesso lucidava la superficie della pistola riassemblata; un’arma gemella, del tutto identica a quella che teneva in mano, era posata su un quadrato di lino ripiegato sullo scrittoio a cui era seduto.
– Giuro di essere integro, nella carne e nello spirito, che il tocco del male non corrompe l’esistenza che con modestia offro al volere di Dio.
La voce profonda di Eusebio spinse Rollo a distrarre lo sguardo dal proprio lavoro. Aveva appena pronunciato il Giuramento di Integrità, preludio all’investitura. Stava ritto in mezzo alla stanza, completamente nudo a eccezione del ciondolo di legno, il corpo muscoloso segnato da una ragnatela di cicatrici assortite. Come un marchio da bestiame, un rozzo tatuaggio di tre lettere grezzamente vergate spiccava sulla sua spalla sinistra: EVX. Forse era solo un’impressione inquinata dal bagliore fluttuante dei lumi, ma il nano avrebbe giurato di riconoscere una punta di commozione nella maschera concentrata di Eusebio.
– Prostrati dunque dinanzi a me, – la voce di Sebastian Arelano, un fruscio di foglie palpate dal vento, – che qui incarno il cospetto di Dio Onnipotente.
Il Rito di Umiltà, rifletté Rollo mentre Eusebio si genufletteva a capo chino. Il vecchio inquisitore immerse i polpastrelli in una ciotola colma di cenere e disegnò una croce a otto punte sulla sommità della sua testa. Rollo aveva assistito già un paio di volte a quel cerimoniale, quantunque le cappelle solenni che l’avevano ospitato avessero poco a che spartire con quell’alloggio profano. Aveva sentito dire che la cenere consacrata era trattata con unguenti che la rendevano terribilmente urticante. Eusebio dal canto suo accettò impassibile che fosse cosparsa sulla propria scarna chioma. L’inquisitore salmodiò qualcosa tra sé.
– Come cenere anonima, tu ti porrai di fronte a Lui. – recitò aumentando di poco il volume. – Umile recipiente della Sua Volontà sarà il tuo spirito, sino a che non lo renderai alla Dimora Celeste.
Sebastian Arelano lo prese per le spalle e lo invitò ad alzarsi. Eusebio obbedì docile, sempre con gli occhi bassi sui piedi scalzi. Si fece condurre a una tinozza d’acqua, rimpiazzo improvvisato dei lavacri di marmo comunemente usati. Là si immerse fino alle ginocchia. Per otto volte l’inquisitore gli asperse il viso con l’acqua gelida. Recitò in un bisbiglio inintelligibile i versi della Litania del Mondamento, a corredo del Rito di Purificazione.
Eusebio uscì gocciolante dalla tinozza. S’inginocchiò di nuovo e l’inquisitore gli asciugò la parte superiore del corpo con un panno pulito. Svitò il contenitore metallico dell’olio sacro e gli segnò il petto e le spalle robuste con l’icona della croce. L’ultimo passaggio lo riservò alla fronte spaziosa, ancora madida di goccioline.
– Dalla cenere della sottomissione e dall’abluzione della purificazione, io ti marchio con il crisma della rinascita. Germina così a nuova vita la tua anima, nella luce del Dio Padre.
Eusebio partecipò al Rito della Resurrezione pronunciando con voce ferma gli otto precetti fondamentali della dottrina di Caeres.
Il cerimoniale volgeva al termine. Rollo tornò a dedicarsi ai suoi adorati strumenti. Impugnò entrambe le pistole.
Bered Han Zhûl, pensò esaminandone il calcio finemente intagliato, i Piccoli Lampi Neri.
Il loro progetto risaliva ai tempi in cui studiava all’Accademia Imperiale degli Ingegneri di Sudhen. Lo aveva concepito tra i suoi laboratori; lo aveva sviluppato e vezzeggiato nelle stagioni entusiaste della giovinezza. Aveva dovuto tuttavia attendere anni prima di realizzarne l’idea. Le Bered Han Zhûl, così come il magnifico Amok Dhûl, erano state forgiate nelle fucine di Rhon, ai tempi in cui ancora esisteva la Repubblica, prima che l’Impero di Caeres tornasse ad annetterla con l’aiuto delle legioni straniere.
– Pronuncia ora il Giuramento della Vita e della Morte. – comandava nel frattempo Sebastian Arelano.
– Io, Eusebio, giuro al cospetto del Dio Padre e mio Unico Signore, come servo del Suo arbitrio, di consacrare la mia vita al Suo nome, di professare senza menzogna il Suo verbo, di combattere con audacia le Sue battaglie, – si schiacciò un pugno sul petto, – fino a che questo cuore cessi di battere, e oltre ancora.
– E io testimonio in Sua vece la fede nelle tue parole. – declamò il vecchio inquisitore. – Alzati fratello Eusebio e ricevi il simbolo che da oggi ti compete. – Gli sfilò la croce lignea dal collo taurino e la sostituì con una copia di metallo. – La tua iniziazione è conclusa. Sei ufficialmente un soldato di Dio, ora. Raccogli le tue armi, ci prepariamo ad andare in battaglia.
Rollo fece scattare i grilletti delle pistole scariche. – Così sia. – mormorò tra sé.





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